Caserma Tombolan Fava: la desolazione dietro l’angolo (parte I)

Secondo voi chi era più dotata: Sabrina o Samantha?
Artisticamente, intendo…

Correva l’anno 1986 e l’occidente stava cambiando: probabilmente tutto sembrava ancora immutato in quegli anni, ma un acuto osservatore avrebbe intuito che c’era qualcosa nell’aria. La tensione USA-URSS aveva toccato il culmine poco tempo prima, e ormai l’Unione Sovietica era veramente alle corde, specie da quando, un anno prima, era stato eletto il nuovo Segretario Generale del Partito Comunista, ossia Michail Gorbačëv.  Il cervello degli adolescenti un po’ più grandini, nel 1986, rimbalzava dai seni di Samantha Fox a quelli di Sabrina Salerno, mentre quello dei più piccoli era totalmente offuscato dalle prodezze cinematografiche di un ometto anabolizzato alto non più di un metro e settanta. 

Le prodezze e i muscoli scolpiti di Rambo e di Rocky erano troppo sublimi per non farci sognare: chi non avrebbe voluto essere l’eroe incompreso del Vietnam, ridicolizzato da un intera comunità,

capace di farsi rispettare solo con la sua forza bruta, e l’imbattibile campione del ring che sconfigge il gigante sovietico, contrapponendo all’uso degli anabolizzanti da parte dei russi (bella ironia da parte del regista…) un allenamento di tipo cross-training ante-litteram su e giù per le steppe russe?

La stessa politica adottata da parte del presidente degli Stati Uniti di quell’anno ed ex attore di Hollywood, Ronald Reagan, era talmente intrisa degli ideali capitanati dai film di Rambo, da meritargli il soprannome di RamboReagan, con tanto di svariate caricature che, ai tempi, era assai comune trovare nei quotidiani.

Il 1986, purtroppo, però, non verrà ricordato solo per i film di Stallone o per magnifici mondiali del 1986 che consacrarono al calcio il più grande talento di tutti i tempi grazie al gol più bello nella storia di questo sport, ma anche a causa di una tragedia che, da quel momento, sarebbe rimasta impressa indelebilmente nella memoria di noi adolescenti: il disastro di Černobyl’.
Non scenderò nei dettagli, perchè in rete trovate veramente di tutto al riguardo, ma vorrei solo ricordare i lunghi mesi in cui abbiamo consumato latte a lunga conservazione, scatolame, cibo congelato e nessuna frutta o verdura di stagione. Aberrante.

Dal 1986 a oggi sono passati ventisei lunghi anni. Nel frattempo è caduto il famigerato muro di Berlino, l’Unione Sovietica non esiste più,

in Russia il consumismo è esploso tanto quanto in occidente, e i ragazzi italiani non hanno alcuna memoria della visita di leva a 17 anni e del successivo servizio militare. Anzi, credo proprio che non abbiano mai visto una caserma, se non in una delle tante repliche dei film comici appartenenti alla saga di Scuola di Polizia.
E Černobyl’ che fine ha fatto? Ricordo che, decisamente incuriosito, alcuni anni fa feci una ricerca in rete e scoprii che la vicina Pryp’jat’, cittadina, oggi fantasma, posizionata accanto al reattore nucleare, era uno dei pochi, se non l’ultimo, testimone della vera e immacolata realtà sovietica: proprio quella del 1986, la stessa che aveva vissuto il personaggio virtuale di Rocky Balboa, quando si era trasferito in Unione Sovietica per sconfiggere il rivale Ivan Drago, dopo che costui aveva letteralmente assassinato a suon di pugni l’amico fraterno Apollo Creed.
Oggi la piccola cittadina fantasma è meta di curiosi, sciacalli, appassionati, senza consideare qualche anziano russo che ha deciso di rimanere nei dintorni. Penso che le fotografie siano sufficienti ad emozionarvi, per cui non aggiungo altro.

In questo articolo, in poche righe, ho già introdotto tanti elementi diversi: Rambo e il suo expertise militare, il mondo delle caserme e del servizio militare, e infine Pryp’jat’.
Quale potrebbe essere l’univoco filo conduttore dei sopracitati elementi? Per essere onesti io ne ho trovato uno, e soltanto ad un paio di chilometri dalla mia abitazione.
Ha un nome: Caserma Tombolan Fava di San Donà di Piave, appartenente al 5° Reggimento Missili Contraerea.

Uscendo a poche centinaia di metri dalle “porte” di San Donà di Piave, ridente cittadina del bassopiave, una volta sorgeva una caserma grande e maestosa. Da circa un decennio è stata abbandonata.

Fidatevi di me: se c’è qualcosa che assomiglia alla desolazione di Pryp’jat’ (chiaramente privata della simbologia comunista e sovietica a noi totalmente estranea) lo si può trovare presso la Caserma Tombolan Fava.

In due roventi pomeriggi di agosto 2009 e del 2012, io ci sono stato e ho avuto modo di vedere cose che è impossibile immaginare.

A presto per la seconda parte.

 

 

 

 

 

 

 

 

1 Comment Caserma Tombolan Fava: la desolazione dietro l’angolo (parte I)

  1. francesco cesarini

    Mi chiamo Francesco cesarini 7 Scaglione 1980 Artiglieria missili. Io ho passato uno dei miei migliori anni della mia vita su questa caserma (Tombolan Fava) mi si e spezzato il cuore quando ho visto questo servizio . Incredibile come in Italia possono accadere cose simili. Io ora vivo nei USA da ormai 30 anni , ma non mi ero mai dimendicato dela caserma Tombolan fava dove ho passato dei momenti meravigliosi, conosciuto ragazzi di tutta italia , momenti indimenticabili. Che schifo ridurre un edificio bellisimo ed efficente come era prima quando io ho fatto il militare li. Peccato Peccato veramente . Qui nei USA non sarebbe mai accaduto . Comunque grazie del video e del informazioni che ci hai dato .Francesco 7 Scaglione 80 San dona del piave .

    Reply

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.