Khalifa parte III: miracolo ai legamenti

Entrato nello studio di Khalifa e chiusa la porta ero soffocato dalle emozioni: interrogativi su cosa sarebbe successo nei minuti successivi, imbarazzo perchè comunque avevo davanti a me un personaggiocompletamente diverso dallo stereotipo di medico al quale ero sempre stato abituato sin dall’infanzia. Khalifa, diversamente dai medici che noi tutti conosciamo, si è rivelato di poche parole: mi ha fattosedere, ha scrutato la risonanza magnetica per un minuto, poi mi ha detto molto gentilmente “spogliati e sdraiati sul lettino”. Ho eseguito alla lettera quanto mi diceva, e mentre mi sdraiavo sul lettino pensavo a tutti i grossi sportivi che si erano sdraiati precedentemente su quel lettino: Becker, che ricordavo ancora quando vinse 17enne il suo primo Wimbledon, Hansi Muller, calciatore austriaco che riscosse un buon successo in Italia giocando nelle file dell’Inter negli anni ’80. E in quel momento c’era Gianluca, direttamente da San Donà di Piave 🙂 Khalifa si è lavato accuratamente le mani, poi le ha strofinate con una crema da lui ideata. Ha iniziato a toccarmi delicatamente la gamba infortunata, poi mi domanda educatamente: “dove senti male?”. Io il male lo sentivo un po’ ovunque, non era facile individuare un punto preciso. Quando rompi un legamento, nel momento del trauma senti un dolore allucinante (io ne avevo strappati due e contemporaneamente, quindi moltiplicate per due), quasi da svenire. Poi, dopo qualche settimana, quando il versamento è meno pressante, il dolore è più uniforme. Senti un po’ male quando cammini (zoppicando, e col tutore, ma comunque è sopportabile), senti male quando fai un movimento repetino, senti male anche quando, da seduto, ti stiri e ti dimentichi che ti mancano due legamenti. Così gli ho indicato il ginocchio, il polpaccio e il femorale. Ricordo di aver chiesto a Khalifa se potevo parlare durante il suo intervento, così mi sarei distratto. Sapevo che mi avrebbe procurato un gran dolore, e quindi cercavo di pensare ad altro. Ahimè, Khalifa,nell’atto di curare le persone, si concentra in una maniera assoluta, addirittura suda, e così mi ha chiesto semplicemente di stare buono e rilassarmi. Già, sapevo che faceva male, ma quanto male? Oggi noi siamo abituati a prenderci un bel anestetico e a non sentire più niente. Ricordo che una volta, giusto per farmi un po’ male, lessi un libro sugli eunuchi e sulle tecniche di anestesia del tempo: usavano il ghiaccio per anestetizzarli, poveracci. Non doveva poi essere cosìefficace come metodo, temo. Io, invece, non avevo niente per anestetizzarmi e sapevo che avrei urlato per il dolore. Vabbe’, volevo tornare il prima possibile a fare karate, volevo tornare a correre, a sciare, a giocare a tennis, ero disposto a tutto. La prima mezz’ora è passata liscia: mi sentivo Rambo! “Accidenti”, ho pensato, “tutti a dire che fa male, eppure io non mi sono accorto di niente. Gli stoici mi fanno ridere!”. Mi sa che Khalifa deve avermi letto nel pensiero. Dopo pochi secondi che avevo fatto questa autoproclamazione, ha iniziato a ficcare le dita dentro il mio ginocchio. E’ difficile da spiegare, veramente. Era una sensazione pazzesca: da un lato mi sembrava che ci fosse un laser che mi stesse lavorando all’interno del ginocchio, dall’altro mi pareva vi fosse una di quelle creature invisibili che si vedono nei filmdi fantascienza, che mi stava entrando nella gamba. Devo aver urlato, e pure tanto. Ricordo di avergli chiesto scusa in diverse lingue, dall’italiano al tedesco. Lui mi rispondeva “tranquillo”. Doveva essere abituato. E’ andato avanti circa altri 45 minuti. Il momento peggiore è stato quando mi ha fatto sdraiare a pancia in giù e ha iniziato a pizzicarmi il tendine del bicipite femorale. In quel momento credo di aver visto quasi tutti i Santi del Paradiso: nel Medioevo probabilmente mi avrebbero fatto Santo grazie a questa mezza Apparizione Mariana, e oggi sarei ricordato come San Gianluca, il santo protettore degli infortunati al ginocchio! 🙂 Ad un certo punto, senza che mi aspettassi niente, si rivolge a me dicendo: “adesso alzati e salta sul posto”. Io, una specie di mezzo Lazzaro del nuovi millennio, ricordo di averlo guardato stupito. Comunque ero troppo felice perchè aveva finito (tuttavia mi sbagliavo, visto che quello era solo il primo tempo). Mi sono alzato e la sensazione è stata qualcosa di inaudito, difficile da spiegare, ma emotivamente sconvolgente. Il mio ginocchio mi teneva perfettamente. Avvertivo una sensazione di robustezza nella gamba che avevo perduto la mattina del 31 dicembre precedente. Khalifa mi ha fatto saltare e mi sembrava di essere la reincarnazione di un grillo (mi domando come saltò Sergej Bubka, campione mondiale di salto con l’asta, quando si sentì chiedere di saltare: che abbia sfondato il soffitto con la testa?). Poi mi hadetto di fare degli scatti laterali, tipo slalom fra i paletti. Cose che, soltanto due ore prima, mi avrebbero fatto rotolare a terra al primo mezzo passo. In quel momento, invece, mi sembrava di essere unpiccolo Maradona che driblava lateralmente scattando fresco come un fiore, e la mia gamba era solida come una roccia. A quel punto Khalifa mi domanda di sdraiarmi nuovamente. Doveva rifinire il lavoro, mancavano alcuni dettagli. Ha iniziato a controllare la tensione della gamba, me l’ha fatta allungare e poi ha continuato la sua attività. Ancora venti minuti di urli e poi, ad un certo punto, la frase conclusiva: “abbiamo finito”. Quando mi sono alzato il ginocchio era ancora piu’ STRONG di prima, mi sentivo l’uomo da sei milioni di dollari. Khalifa si è raccomandato di fare fisioterapia, di dormire per 2 settimane con ricotta sulla gamba (la ricotta è un potentissimo anti-infiammatorio, la usano anche in molti ospedale altoatesini, come testimoniato da alcuni suoi pazienti con cui avevo parlato), di fare movimento e di continuare a credere nella guarigione. Non voglio tirarla lunga, altrimenti questa mia storia diventa una specie di Guerra e Pace in miniatura. Dopo di me c’era una signora indiana entrata con le stampelle, perchè non poteva camminare. La rividi in albergo che camminava normalmente. Quando tornai a San Donà, la sera successiva andai a correre. Sentivo male alla gamba per via del versamento, ma stavo bene e correvo senza problemi. Andai a fare fisioterapia. Il fisioterapista, ex massaggiatore e fisioterapista del Fracasso San Donà Rugby (ai tempi della massima divisione) che adesso ci ha lasciati per andare in un Posto migliore (signor Tesolin, la ricorderò sempre con grande affetto), si rifiutò di credere che inizialmente il mio legamento fosse rotto. Gli dovetti mostrare l’esito della risonanza magnetica. Per tutta la durata della fisio, specialmente quando facevo stretching stirando la gamba senza problemi, mi ha fissato come fossi un alieno. Per sicurezza feci una nuova risonanza magnetica. Per correttezza vi riporto entrambe le risonanze, prima e post Khalifa. Dopo esattamente 75 giorni dall’infortunio sono tornato a fare karate. Dopo un paio di settimane, però, durante uno stage, dopo quasi due ore che ci allenavamo, effettuando un kumite morbido con una cintura nera, la migliore che vi fosse, mi sono stirato nuovamente. Telefonai a Khalifa. Mi fece tornare su in Austria a tempo di record: senza chiedermi un centesimo, in una mezzoretta mi risistemò. Da quel momento per me la situazione si fece strana: il ginocchio andava fortissimo, in palestra sollevavo (e sollevo anche oggi) 200kg alla pressa, potevo correre anche per un’ora, sciare sulle piste nere in montagna, ecc., però se mi allenavo a karate piu’ di una volta alla settimana rischiavo sempre di farmi male. Nell’arco di due anni ho subito sei infortuni. Ogni infortunio, praticamente uno stiramento dei legamenti, comportava due settimane circa di blocco totale: considerato, poi, che lavoro a Venezia e che, per quanto ne dica il caro ministro Brunetta, io cerco di darmi da fare all’Università, non volendo saltare neanche un giorno di lavoro, mi facevo i 1500mt che separano la stazione dei treni da Ca’ Foscari camminando come una lumaca, con dolori piuttosto marcati (almeno i primi 7-8 giorni), per poi magari tornare ad allenarmi (e a rischiare di stirarmi) dopo un paio di settimane. Allenarsi una volta alla settimana non era considerato produttivo da chi mi doveva valutare. Troppe volte mi sono sentito dire che venivo troppo poco, e d’altronde, se già tutta questa avventura per tornare presto, abbinata ai sei infortuni non erano sufficienti o comunque emblematici della mia voglia di fare karate, tali da farmi stimare come un appassionato di karate, ho pensato che sarebbe stato assai più produttivo guardare oltre. Per me il giudizio del maestro, che stimavo in maniera inequivocabile, era fondamentale. Dopo oltre 50 esami superati forse so conoscere i miei limiti ed essere giudice di me stesso, ma nel club è lui ad avere l’ultima parola, e io devo allinearmi al suo giudizio. E se il maestro ti dice che non ti impegni e che è meglio che non ti presenti all’esame per la cintura, per me lui ha sempre ragione: presentarmi comunque, non rispettando il suo giudizio, per me costituirebbe una assoluta mancanza di rispetto che, prima di tutto, significherebbe svalutare e sminuire il giudizio dell’istruttore. E’ stato così che, complici anche altri motivi su cui non mi dilungo, ho deciso di lasciar perdere e dedicarmi ad altro. La mia passione per il karate, già messa da parte quando avevo 11 anni da cintura verde a causa dello studio del pianofote, tornava di nuovo ad essere archiviata. Però la mia vita era cambiata. Khalifa mi ha fatto capire che non ci sono certezze nella scienza che noi conosciamo. Oggi pensiamo che magari per una determinata patologia non vi sia alternativa all’intervento o a una particolare terapia. Beh, sappiate che non è così. Io ne sono testimone, assieme alle oltre 20 persone che ho mandato da lui, con il mio stesso infortunio, e che lui ha sistemato in un’ora di terapia, senza prendere in mano neanche mezzo bisturi. Anche  oggi mi scrivono e mi telefonano per ringraziarmi. Khalifa, per me, rappresenta la speranza nei nostri mezzi: Khalifa non un sogno, è la realizzazione di tutto quello di bello che c’è nel nostro essere umani e che noi ignoriamo. Tutto quello che la medicina moderna ha soppresso a causa del marketing, dei medicinali da vendere a tutti i costi, degli interventi facili, ecc. Khalifa mi ha detto che dovevo allenarmi, correre, credere nei miei mezzi. E piu’ ci credevo piu’ stavo meglio, e ogni volta che a karate mi infortunavo non ho mai dubitato della sua terapia. Ero semplicemente io a chiedere troppo a me stesso. Se il mio corpo sopportava un allenamento solo, avrei dovuto assecondarlo, invece di misurare le mie performance con un metro di misura che non mi apparteneva, quello di un’altra persona che non ero io. Oggi in palestra sollevo alla pressa 200kg con i polpacci, 110kg con i quadricipi, alla leg press circa 50kg per singola gamba, all’abductor e all’adductor il massimo, ossia 100kg. Sono stato in piste nere negli ultimi due anni e non ho mai avuto un minimo cedimento, corro su strada e su tapis roulant per 45m senza nessun affanno, faccio anche 60 minuti di step. Insomma, sto bene e piu’ mi alleno piu’ riconosco che Khalifa mi ha miracolato. Concludo consigliandovi di contattarmi nel caso abbiate amici, parenti, conoscenti con un infortunio simile al mio. Non fatevi operare: sarebbe solo un’inutile violenza ai danni del vostro corpo. Non esitate. Ah, dimenticavo. La vita è strana. Se non mi fossi fatto male forse non avrei mai creato egoFITNESS. Per una questione di correttezza non inserisco link, ma vi invito a cercare su google “egofitness iphone”. Ieri lottavo inseguendo un ideale stupendo (imparare il karate), oggi insegno a fare fitness in tutto il mondo, con migliaia di persone, dagli Stati uniti alla Francia, dall’Italia alla Spagna passando per quasi ogni stato in cui sia venduto l’Apple iPhone, che mi scrivono per chiedere consigli, darmi suggerimenti, complimentarsi per la mia opera. Penso che uno dei segreti del successo di egoFITNESS sia legato al fatto che io, che ne sono l’artefice, non penso che la mia opera sia perfetta, ma cerco di ascoltare qualsiasi consiglio, valutandone la fattibilità per poi metterlo in pratica. Io penso che il cliente abbia sempre ragione. In ogni caso si tratta di una soddisfazione “leggermente” diversa dall’allenamento in dojo, ma vi assicuro che sto parlando di qualcosa di unico nella vita. Forse anche in questa mia nuova avventura ho avuto la benedizione spirituale del dottor Khalifa: ciò che ho imparato principalmente da lui e dal suo metodo è che il modo migliore per invogliare un individuo a migliorare sta nel *****infondergli speranza nei suoi mezzi***, senza critiche, senza aggettivi. Speranza, hic et nunc. **  

13 Comments Khalifa parte III: miracolo ai legamenti

  1. Bruno

    Ciao Gianluca,
    ho letto con grande interesse la tua storia. Io circa 8 anni fa ho subito lo stesso infortunio. Ero già prenotato per l’intervento chirurgico, poi la notizia che esisteva un medico ad Allein ..
    Ho rivissuto leggendo la tua storia le stesse emozioni, gli stessi ricordi. Kalifà mi ha sistemato, oggi corro, faccio sci, kitesurf, equitazione, palestra.. insomma non risparmio per nulla il mio ginocchio che rimane saldo sempre come una roccia. La risonanza magnetica (fatta per mia curiosità a distanza di qualche mese anche se Kalifà mi aveva detto che non serviva) ha confermato, come per il tuo caso, l’esistenza di un legamento. La medicina tradizionale non ammetterà mai queste terapie alternative, l’importante però è crederci.
    Ora a distanza di tempo vorrei ricontattare Kalifà per un problema alla spalla (conflitto sub acromiale). Hai mai avuto notizie se ha già trattato casi del genere?

    Un cordiale saluto.

    Bruno

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  2. Gianluca Musumeci

    Caro Bruno,
    Ti rispondo pubblicamente qui nel blog.
    Che io sappia, Khalifa si è occupato di diversi problemi relativi alla spina dorsale, tendini e disturbi muscolari, però, almeno relativamente alle ultime segnalazioni arrivatemi, sembra che ora si occupi solo di legamenti nelle articolazioni.
    In ogni caso, visto che il costo è relegato alla telefonata e, alla luce dei risultati sorprendenti, quasi miracolosi, un tentativo ti consiglio comunque di farlo.
    Grazie per il tuo messaggio, buona continuazione.

    Gianluca

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  3. Federico Gobbi

    Ciao Gianluca,

    ho letto il tuo articolo capitatomi tra le mani attraverso un amico e penso di essere la persona giusta a cui potrebbe capitare.
    Circa 3 settimane fa ho fatto un incidente in moto… beh a farla corta ho lesionato 5 legamenti ( collaterale, crociato, manicotto e altri ) del ginocchio dx… di rotto non ho nulla ma dopo 3 settimane zoppico ancora e faccio molta fatica a muovermi… beh secondo te Khalifa potrebbe aiutarmi? potresti farmi avere i suoi riferimenti per potermi mettere in contatto con lui?
    Ti ringrazio molto in anticipo e complimenti ancora per il simpatico e ottimo articolo,

    FG

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  4. Gianluca Musumeci

    Caro Federico, ritengo che il dott. Khalifa possa aiutarti. Scrivimi privatamente a gianluca (at) gianlucamusumeci (.) com e ti invierò telefono e fax del dottore. Grazie per le belle parole.
    Buona giornata,
    Gianluca

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  5. Matteo

    Ciao Gianluca,
    Mi sono imbattuto nel tuo articolo cercando informazioni sul Dott. Khalifa. Cerco tante informazioni perché ho avuto 3settimane fa un infortunio (giocando a calcio) che mi ha causato la rottura del LCA dei menischi e la lesione del LCM. Ho già appuntamento con il Dott. Khalifa. Una cosa volevo sapere: quanto tempo ci vuole, dopo la “manipolazione” per tornare a giocare a pieno regime?
    Ma soprattutto: il legamento rotto (chiaramente diviso in due pezzi), si “riunisce”?
    Grazie e complimenti per l’articolo

    Matteo

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  6. Gianluca

    Caro Matteo,
    Grazie per i complimenti.
    Il dottor Khalifa, una volta completato l’iter che consiglia in maniera personalizzata (ad alcuni consiglia di andare a correre, ad altri di fare riabilitazione, ecc.), spinge per riprendere tutto come prima.
    Per quanto riguarda la mia esperienza personale, consiglio di riprendere in maniera graduale, più che altro perché, specie subito dopo il suo intervento, lo scenario è di una guarigione progressiva (molto più immediata rispetto all’intervento, ma non istantanea).
    Il consiglio che posso darti, di conseguenza, è di riprendere a giocare scampoli di partita, anche per recuperare a livello psicologico l’infortunio, fattore da non trascurare.
    Datti, più o meno, un mese, dal momento in cui avrai completato la sua terapia post-intervento (a base di automassaggi e creme), per tornare come prima.
    Riguardo al secondo quesito, ti confermo che riattacca i legamenti. Pazzesco anche il solo pensarlo, vero? Però è anche vero che nel medioevo avrebbero fatica ad accettare un iPhone o un aereo.
    In bocca al lupo.
    Gianluca

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  7. Veronica Hinterwipflinger

    Caro Gianluca,
    due giorni fa, al rientro dalla mia seduta di fisioterapia, mi aveva preso un vero sconforto. Il 20 settembre mentre davo una medicina via bocca ad una delle mie asine mi si è girata bruscamente facendo ruotare anche me, tutto il corpo tranne il piede. Ciò ha causato lesione del crociato anteriore più altri danni minori del menisco e collaterale. Dopo 3 settimane di terapia la situazione non è migliorata, o lentissimamente. Uso sempre le stampelle e secondo il fisioterapista solo in dicembre potrò ricominciare a camminare normalmente. E poi in gennaio operazione. E di nuovo disabile per altri mesi. Questo lo scenario che mi si prospettava. Eccomi quindi lunedì sera, di fronte al mio Mac ad implorare il mio Angelo Custode che, se esisteva al mondo una via più veloce di guarigione alla mia portata, me la facesse trovare. Avevo l’adrenalina ai massimi livelli….e grazie a quest’adrenalina o meglio, grazie al mio Angelo Custode sono incappata nel tuo blog e una luce è apparsa di fronte a me! Quindi grazie infinite. L’idea di ripubblicare il blog è stata per me una manna dal cielo. Sono andata nel sito del Dr Khalifa e ho trovato conferme ed indirizzo ecc. ecc.Ora sono pronta a telefonargli (tra l’altro il mio bisnonno è di Hallein!). Solo un consiglio oltre a tanta gratitudine: io ho la risonanza fatta tre giorni dopo il trauma ossia il 23 settembre. Secondo te va bene lo stesso o è il caso di rifarla? Altra domanda: il costo dell’intervento del Dr Khalifa è alla portata di un “normale cittadino”? Grazie infinite e tanto complimenti per la tua opera! Veronica

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  8. Gianluca Musumeci

    Cara Veronica,
    Ti ringrazio per le belle parole profuse in merito alla mia testimonianza sul dottor Khalifa.
    Più o meno, l’excursus che ti si profila, passando per i canali convenzionali della medicina, è il medesimo che era stato prospettato al sottoscritto. Andando da Khalifa, invece, te la caverai nell’arco di un paio di settimane, ma sarai già operativa scendendo dal lettino del suo studio.
    Non male, vero?
    Rispondo ai tuoi quesiti.

    1) La risonanza va benissimo. Se, dal 23 settembre ad oggi, non sei stata operata, e non mi pare proprio che ti sia sottoposta ad intervento, la situazione interna al tuo ginocchio non dovrebbe essere cambiata tantissimo. Al massimo, ti si sarà un po’ riassorbito l’edema e il collaterale starà un po’ meglio (il legamento collaterale si sistema da solo col tempo).

    2) Nel 2006 io pagai 500 euro in contanti (non ricordo che avesse bancomat o lettori di carte di credito). Il prezzo comprendeva anche eventuali nuovi interventi del dottor Khalifa, nel caso in cui il primo non si fosse rivelato sufficiente. E, in effetti, continuando ad ostinarmi col karate, prima di abbandonarlo definitivamente, sono dovuto tornare da lui per altre due volte, a causa di brutti stiramenti del crociato anteriore.

    Eventualmente, tienimi aggiornato quando sarai andata dal dottor Khalifa e in bocca al lupo. Se in ottime mani, non temere!
    Un saluto.

    Gianluca

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    1. Veronica Hinterwipflinger

      Ciao Gianluca,
      scusami se ti disturbo ancora ma lunedì
      scorso sono riuscita a contattare telefonicamente il Dr Khalifa. E’ stato molto gentile. Mi ha detto di inviargli i risultati della risonanza magnetica e poi di chiamarlo il giorno dopo. Io ho fatto fare la traduzione da una traduttrice e mercoledì l’ho inviata via fax. Il giorno dopo ossia giovedì scorso ho provato a chiamarlo ma c’era la segreteria inserita che diceva “per appuntamenti telefonate da lun. a merc. dalle 8 alle 9”. Quindi ho aspettato a chiamarlo oggi, lunedì, orario indicato, ma c’è sempre la stessa segreteria. Non penso che quando è occupato parta la segreteria perché la settimana scorsa prima di prendere la linea qualche volta ho trovato occupato. Secondo te che significa? Grazie mille e scusa il disturbo. Buona settimana
      Veronica

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      1. Gianluca Musumeci

        Non disturbi assolutamente.
        Sembra uno scenario anomalo… in apparenza, ma c’è una spiegazione. Il problema del dottor Khalifa è che, nella fascia oraria in cui risponde (ossia dalle 8 alle 9) spesso è oberato di telefonate. Quando l’ho contattato io, ho dovuto riprovare per una dozzina di minuti prima di prendere la linea, però trovavo occupato. Al momento, non so se abbia deciso di far intervenire la segreteria quando la linea sia occupata. Nel dubbio, però, ti faccio presente che il dottore risponde al telefono anche 10-15 minuti in anticipo rispetto all’orario convenzionale, per cui, ti consiglio di contattarlo domani, ma iniziando a telefonare a partire dalle 7.45 circa.
        Non ti preoccupare, perché l’iter che il dottor Khalifa adotta è super standard: prima telefonata con spiegazione del problema, invio del fax, seconda telefonata per avere il suo responso, se positivo si prende appuntamento, appuntamento. Quindi, non ti preoccupare e riprova domani.
        Un saluto e buona continuazione.

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        1. Veronica Hinterwipflinger

          Grazie mille Gianluca!
          Ieri ho riprovato alle 7:50 e ha risposto. Purtroppo però ha detto che non lui non può fare nulla per il mio ginocchio. Non mi ha spiegato il motivo…rimarrà un mistero. Ho il crociato rotto e non sono mai stata operata…più altre cosette. Chissà! Grazie comunque della tua condivisione sono certa che sarà utilissima ad altri e buona vita! :O)

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  9. Gianluca Musumeci

    Cara Veronica,
    Ci abbiamo provato, non so che dirti.
    E’ capitato, purtroppo, che anche ad altre persone, per problemi simili, abbia dato un responso simile. Purtroppo, se dice che non può farci nulla, è così. Sotto questo punto di vista, il dottor Khalifa è molto più corretto rispetto ai medici nostrani, che prima ti fanno prenotare una visita specialistica (spesso privata), poi, se capita la giornata sbagliata, ti costringono a qualche ora di attesa (a me è capitato all’Ospedale di Vicenza per una visita cardiologica a mia madre: appuntamento alle 15, siamo stati ricevuti alle 20), ti fanno pagare 200 euro e, alla fine, ti dicono che non possono farci nulla. In bocca al lupo per l’infortunio e tanti saluti.
    Gianluca

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